3829 recensioni a vostra disposizione!
   

LA PARTE DEGLI ANGELI
(THE ANGEL'S SHARE)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 dicembre 2012
 
di Ken Loach, con Paul Brannigan, John Henshaw, Roger Allem, Gary Maitland (Gran Bretagna, 2012)
 
Ken Loach si è preso una vacanza. Disinvolta, allegra, spesso spassosa. Certo, alla sua maniera, se non proprio di studio, di svago; ma da parte di qualcuno che non rinuncia alle proprie prerogative. A dire il vero, il grande maestro dell'osservazione sociale non ha mai disdegnato l'humour e nemmeno la risata, basta ricordarsi del film con Cantona, IL MIO AMICO ERIC. Ma come coniugarla stavolta con i tempi che corrono, con i temi che da sempre gli urgono, la violenza dei grandi e la piccola delinquenza, la disoccupazione, l'alcolismo, la solitudine, la prepotemza delle istituzioni? Come divertirsi, con un tema come quello, squisitamente loachiano, dell'impossibilità di districarsi fra le pieghe della meccanica, quella che fa dire al vecchio operaio di THE NAVIGATORS : “Che cos'è uno scacco matto? E' quando hai perso, qualunque mossa tu faccia…” ?

Divagando sulla “parte degli angeli” del titolo: il 2%, in Scozia. Che rappresenta non solo la frazione di alcool che si suppone evapori dai fusti: ma quella che gli “angeli” delle distillerie di whisky sono autorizzati a prelevare per il loro consumo personale… Una frazione di dubbio, che dovrebbe permettere a Robbie e al suo quartetto d'improbabili imbranati, d'introdursi nel modo più proficuo nel grande sistema ( a sua volta non proprio esente da calcoli ai margini della legittimità) del business nazionale per eccellenza.

L'hold-up tradizionale dei soliti perdenti, l'humour che cosi bene riesce ai sudditi di Sua Maestà nonchè lo sguardo attento e partecipe di un Ken Loach pur semi-serio, bastano allora a garantire al film la propria carica di simpatia. Certo, l'ottimismo del regista non è più quello sovrano dei tempi di RAINING STONES, la sceneggiatura non ha la cadenza implacabile di certe meccaniche del genere made in USA. Ma gli attori sono prelevati come sempre dal pub all'angolo e i dialoghi sembrano carpiti da dietro le spalle; cosi, la benvenuta boccata d'aria rappresentata dal tono del film aiuta a comprendere il Premio della Giuria assegnato dagli intristiti giurati dell'ultimo Festival di Cannes.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda